16
Febbraio
2018

La digitalizzazione in Italia: un settore in crescita

Negli ultimi anni la crescita digitale e l’innovazione tecnologica assumono un ruolo sempre più predominante.

 

Si è giunti a definire l’epoca in cui viviamo come l’Era del Web 3.0, dove le persone sono costantemente connesse al web grazie ai moderni dispositivi che garantiscono l’uso della rete internet in qualsiasi luogo ed in qualunque momento.

 

Non solo, sembrerebbe che il tema della digitalizzazione sia di grande importanza anche per le imprese, andando così a coniare il termine di “Web Economy”.

 

Giuseppe Giaccardi, ideatore del progetto Web Economy Forum, ne ha fornito la definizione, utile per comprendere al meglio il fenomeno: “La Web Economy è l’attività delle imprese che accrescono l’uso del web e della cultura digitale per rimodulare i modelli di business e sviluppare nuove opportunità. È la via migliore e più efficiente per modificare gli approcci tradizionali che registrano una perdurante perdita di valore, clienti e visione.”

 

A confermarne l’importanza ci sono alcuni studi che avrebbero dimostrato che una maggiore digitalizzazione porterebbe ad un maggior risparmio, ad un incremento dell’efficienza e ultimo, ma non per importanza, ad una migliore trasparenza.

Ecco che allora, secondo le indagini di NetConsulting, in Italia gli investimenti in servizi ICT si aggirano in torno al 4,8% del Pil nel nostro Paese. Tuttavia, rispetto la media europea, risulta essere un valore sotto la media. In Germania ad esempio gli investimenti salgono al 6,8% ed in Francia raggiungono il 7%.

 

Inoltre, il Digital Economy and Society Index (DESI), che valuta il livello di digitalizzazione dei Paesi dell’Unione Europea, ha posizionato l’Italia solo al quartultimo posto, seguita da Grecia, Bulgaria e Romania. Sul podio, invece, salgono Danimarca, Finlandia e Svezia, che risultano avere le economie digitali più sviluppate d’Europa.

 

Anche l’Istat evidenzia i limiti e le difficoltà legate alla digitalizzazione in Italia. In linea generale si mostrano bassi livelli di competenze digitali. Più nello specifico, invece, solo il 16,2% delle imprese con almeno 10 dipendenti, ha personale specializzato in ICT e solo il 12,9% organizza attività formative in materia informatica. Si può proseguire, poi, sottolineando il gap del Bel Paese rispetto gli altri stati Ue in merito all’utilizzo del canale e-commerce per acquisto e vendita di beni e servizi.

 

Sembrerebbe, comunque, che durante l’ultimo anno ci siano state delle migliorie. Per quanto riguarda il canale e-commerce, il numero di acquirenti è salito di 3 punti percentuali rispetto l’anno precedente. Una possibile causa potrebbe derivare da un aumento delle famiglie che accedono ad internet attraverso la banda larga (fibra ottica, ADSL etc.). Infine, anche se l’uso del web è più frequente tra i giovani, si può assistere ad una significativa crescita anche tra i 55-59enni.

 

Infine, un risultato di cui andare orgogliosi è quello rappresentato dall’uso delle fatture elettroniche. Infatti, l’obbligo della fatturazione elettronica tra imprese e Pubblica Amministrazione, ha portato l’Italia ad essere uno dei primi paesi europei su questo fronte.

 

In conclusione, anche se i dati mostrano un’Italia sotto la media europea, i progressi lasciano ben sperare.

 

Non ci sono dubbi sul fatto che, per proseguire con la crescita, è necessario sensibilizzare le aziende sui vantaggi dell’economia digitale per stimolare nuovi investimenti.

 

 

Sara Colnaghi – Communication specialist –  Élite Training

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