8
Febbraio
2018

Il lavoro oggi: come cambiano le aziende e le persone

La società in cui viviamo è costituita da continui cambiamenti, a partire dal fronte economico-finanziario giungendo a quello politico, influenzando così anche quello culturale.

 

Si tratta di cambiamenti che si sono ripetuti più volte nella storia, andando a definire le varie epoche.

 

Tuttavia, la globalizzazione e l’innovazione tecnologica, complice anche la crisi dell’ultimo decennio, hanno contribuito a rendere la società attuale più instabile ed in continuo mutamento.

 

E’ in questo contesto che le aziende cercano, non solo di sopravvivere, ma di raggiungere il successo.

 

Come sostenuto dalla teoria delle contingenze strutturali, l’organizzazione ha bisogno di adattare la sua struttura ai fattori di contingenza dell’organizzazione stesso e dell’ambiente. Le contingenze altro non sono che fattori come la tecnologia, la strategia, la dimensione dell’azienda e l’incertezza contestuale. In sintesi, una buona azienda va considerata come capace di adattarsi al suo ambiente.

 

Da questo ne deriva un grande cambiamento.

 

Se in passato, le organizzazioni operavano come macchine ed erano definite come “meccanicistiche”, costituite cioè da parti specializzate (ogni lavoratore svolge una specifica attività), oggi si parla di organizzazioni “organicistiche”.

 

Si tratta, dunque, di realtà che hanno bisogno di adattarsi alle circostanze, che sono sempre mutevoli e richiedono meno specializzazioni e formalizzazione.

 

Le aziende, oggi, sono fluide, meno gerarchiche e vi è una comunicazione trasversale. Gli ambienti sono informali, più innovativi e vi è una minore specializzazione nelle mansioni operative. L’operatività non è più solo regolata rigidamente da norme e procedure. Basti pensare alle logiche di smart-working. Non ci sono vincoli spaziali ed orari per poter svolgere la propria attività lavorativa. La prestazione viene valutata attraverso il raggiungimento degli obiettivi più che sulla base oraria.

 

Viene da sé che negli ultimi anni le percezioni e le aspettative legate al mondo professionale siano cambiate.

 

La classica idea del “posto fisso”, tipica delle generazioni precedenti, viene soppiantata da una percezione del lavoro molto più dinamica e flessibile.

 

Le risorse umane sono decisamente più disposte a sperimentarsi in aziende diverse; a fare tesoro delle esperienze precedenti per crescere in ulteriori organizzazioni. Non solo, vi è una molteplicità di professionisti operanti come freelance che lavoravo contemporaneamente per più realtà.

 

Questa facilità di adattamento delle nuove generazioni e la grande elasticità con la quale ci si sposta da un’azienda all’altra, richiede uno sforzo maggiore da parte del management per evitare la fuga di risorse valide e per creare engagement.

 

Una soluzione potrebbe esser quella di coinvolgere i propri dipendenti nei processi decisionali.

 

Nelle strutture decentralizzate, infatti, le decisioni vengono prese da quegli individui che sono più coinvolti in attività specifiche. In questo modo vi è un maggior grado di comunicazione, coinvolgimento e soddisfazione.

 

Si può proseguire poi con:

  • L’apprezzamento dell’operato dei propri dipendenti attraverso feedback positivi,
  • La valorizzazione del talento, tramite piani di carriera e di sviluppo soddisfacenti e una ricompensa economica,
  • La garanzia di un equilibrio tra obiettivi da raggiungere, mole di lavoro e competenze personali,
  • Una comunicazione efficace, in grado di generare motivazione, crescita e cambiamento.

In quest’ottica risulta spesso fondamentale un percorso di formazione, sia volto al management sia al team di lavoro.

 

Gli obiettivi possono esser molteplici: gestione dello stress, sviluppo delle competenze, team building, comunicazione efficace ed esercizio della leadership.

 

Quel che è certo è che i docenti devono esser professionisti qualificati, in grado di trasferire le competenze necessarie.

 

Non si tratta solo di conoscenze tecniche ma vere e proprie soft skills, per questo le figure più ricercate oggi sono psicologi del lavoro e non soltanto coach (cioè allenatori), le cui basi teoriche derivano proprio dalla psicologia.

 

Sara Colnaghi – Communication specialist –  Élite Training

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